Domenica mattina alla Piana di Valdagno, presenza massiccia del squadrone Puro Sport Team
che due giorni prima si è divertito alla grande con Marco Degasperi e Mario Poletti, oltre ad un terzo tempo fenomenale al Mangia e Bevi.
Grazie veramente a questi protagonisti, che ci hanno regalato una serata bellissima in compagnia.
La passione per questo stupendo sport, l'attività all'aria aperta, sono gli elementi comuni, che ci fanno stare bene.
Dopo scambi di chiacchere con amici che non vedevo da tempo, ci riscaldiamo sul tracciato iniziale del percorso, che quest'anno risulta cambiato.
Tanto per renderlo un pò più pepato, sono stati aggiunti 3k e 250mt di dislivello in più, ossia 1000mt D+ e altrettanti D- chiaramente, visto che si ritorna al punto di partenza.
Ore 9:30 puntuali si parte al colpo di pistola.
Il tracciato parte sull'asfalto, per poi dirottare su un campo d'erba, con un ripidissimo discesone, da prendere con le adeguate cautele.
Dopo un'attraversamento tecnico di un corso d'acqua, abbastanza tecnico, si parte con la salita, per niente ripida, moto corribile e veloce.
Il gruppetto di testa si sfila, i primi, Cocco, Benincà Poletto se ne vanno con passo agile.
Io mi posiziono 12esimo e manterrò bene la posizione per i primi 7k, in cui la salita abbastanza ripida mi agevola.
Vengo passato lentamente dai miei compagni Penzo e Rudy, con l'arrivo della prima discesa e appiattimento del percorso, anche Tomasi e qualche altro mi sfila via.
Io mi sento bene, corro fluido e non avverto alcun fastidio, ma più di così non riesco ad andare.
Mi sto veramente divertendo, per fortuna non ha piovuto e non piove, non tanto per la pioggia, sotto la quale mi piace correre, ma per il tracciato molto tecnico.
Fango, radici, sassi grossi, tratti erbosi, se bagnati diventano letali, quando si corre al massimo.
Al 12esimo k circa, mi dicono che sono 16esimo, e si parte con il primo lungo discesone.
Bello e corribile, ma con tratti ba brivido, molto ripidi e pericolosi.
Li affronto con cautela, mettendomi di lato, in modo da aumentare l'aderenza.
Le Dynafit feline slight, pur con 2000k ormai e ben due anni di vita fra qualche mese, non perdono un colpo, il piede non mi scivolerà mai.
La tassellatura è calata di 2mm, ma fa ancora la sua funzione di grip e alla grande.
Il prossimo paio di scarpe saranno le sorelle uscite quest'anno, senza ombra di dubbio.
troppo uniche nel loro comportamento e ancora di più belle e aggressive.
Il tracciato fin'ora è balisato bene, ma nel discesone, in parecchi punti mi devo fermare per capire dove andare.
Mancano le segnaletiche in alcuni punti in cui la strada si divide, in ben tre posti procedo per poi accorgermi, per fortuna di aver sbagliato, torno indietro e vedendo altri runners mi accodo.
Comincia un pò di incazzatura.
Ma alla fine del discesone si tocca proprio il fondo, continuo invece di svoltare, e scendo per sicuri 100mt, mi raggiunge Augeri Adriano, incazzato nero, dicendomi che ha già sbagliato più volte anche lui, mi ha seguito non rendendosi conto che io avevo preso la strada sbagliata e così ci siamo trovati in due ad aver sbagliato!
Dopo un pò raggiungiamo un trivio e non vedendo nulla non sappiamo dove andare, procedo da una parte e non vedo niente, Augeri prova da un'altra, niente, provo la terza e ultima strada, ma nulla.
Ci convinciamo che dobbiamo tornare indietro, e lo facciamo urlando dalla rabbia.
Quando succedono queste cose, è veramente facile andare su tutte le furie, perchè ci si rende conto che si stanno perdendo parecchi minuti e posizioni.
Raggiungiamo il percorso e vediamo un bella filla di concorrenti sfilare, saranno passati sicuramente 3-4 minuti.
Amennnnnnn, si riparte.
Alla fine del discesone, si riparte con la salita, tagliando su per il bosco, e quà trovo Bortolan che sta risalendo, anche lui incavolato nero per aver sbagliato tracciato.
Lui era messo molto bene come posizione.
Si riparte dunque in salita, siamo al 16esimo k, essendo ben fuori dai k del mio allenamento classico di 7k trail quotidiano, le mie gambe urlano alla grande, mamma che male.
Ma per fortuna, crampi e contratture sono lontani, sto cercando di dosare lo sforzo e sto correndo nei limiti consentiti, va ben così mi dico.
Arrivo alla sommità e poi vai con un'altro mega discesone, con tratti veramente ripidi, da fare con molta attenzione, per fortuna trovo persone dell'organizzazione che avvertono di rallentare.
Riuscire a controllare l'andatura in questi momenti, fa la differenza tra arrivare sani e farsi male, Anche questa è una cosa che bisogna allenare, e ad oggi almeno un 6 penso di averlo preso.
Nell'ultimo tratto della discesa, ripercorriamo il tratto d'erba iniziale, e finiamo sull'asfalto, da dove inizia l'ultima salita verso l'arrivo.
Qui passo oltre un compagno Orso di squadra, che vedevo davanti da un bel pò, poi mi dirà il motivo del suo rallentamento, mega vescicone sotto il piede, impressionante da vedere, questo tipo di vesciche sono dolorosissime, e sopratutto il rimarginarle risulta molto molto penoso.
Arrivo in accelerazione, senza crampi, però abbastanza massacrato.
Il giorno dopo non riesco a toccare le gambe dall'acido lattico presente!
Classifica_Piana_Wild_Trail
Complimenti comunque! ...mamma mia...ad oggi pensare di correre una gara simile su sterrato mi spaventa....ma come dicono molti, quando inizi coi trail non smetti più...sarà vero?
RispondiEliminamagari fosse stato sterrato
Eliminaerba, fanghiglia, percorsi molto molto tecnici con sassi grossi, radici, pendenze estreme.......in continua alternanza con salita, veramente tosta ma tutto sommato......divertente
anche se amo molto di più le salita estreme........
sulla questione che quando inizi non smetti più, ti assicuro che è molto peggio, ti ammali proprio!!!!!
EliminaPer esperienza personale, posso confermare quel che dici, Andrea (il trail fa ammalare di trail).
RispondiEliminaMolto tecnica la tua descrizione della gara; una cronaca avvincente che hai avuto il coraggio di ri-scrivere e ri-vivere per gustarne l'essenza: il ricordo indelebile di un'impresa che fa sentire viv"...
L'acido lattico, però, viene riassorbito presto (max un'ora). Il dolore è qualcosa di più: è microtrauma muscolare che va trattato nelle "grandi officine di riparazione" del nostro meraviglioso corpo umano...
Ciao da Mariano
Ciao Mario e benvenuto nel blog
Eliminascrivere in modo così dettagliato mi piace moltissimo, perchè in qualche modo rivivo le emozioni e le esperienze che mi piacerebbe prolungare il più possibile, anzi non smetterei mai di viverle
Parlare di malattia forse è esagerato, ma una parte anatomica del proprio essere sicuramente.
Per quanto ti sforzi di controllarla, ti rendi conto che se non c'è, manca un'arto e dunque l'equilibrio.
Io, la corsa e ogni espressione di movimento l'ho sempre vissuta così, mettersi in viaggio alla scoperta di nuovi sensazioni, tutto il resto....dettagli a cui ci aggrappiamo per sentirsi più forti e capaci
Si può dare gratificazione, ma senza il resto sarebbe solo noia