E siamo alle solite con la visita agonistica e il mio cuore.
350W di potenza sviluppata in sella al cicloergometro, 125bpm max, pressione 140 80.
Battiti e pressione troppo bassi, cardiologa non se lo spiega e vede qualcosa che non c'era l'anno scorso, vuole andare a fondo della questione per capire se non ci sono anomalie "nascoste".
Io concordo, anche se non ho sintomi di alcunchè, a 48 anni è meglio fare un controllino in più.
Dunque vai di ecodoppler la settimana prossima.
Con ciò il cambio dell'anno di sabato non potrò farlo, amen non casca il mondo, l'importante è essere sicuro che sia tutto apposto.
La situazione pubalgica è stabile, non migliora nè peggiora, certo è che non mi consente di tirare al limite come vorrei, mi avvisa sempre in modo chiaro!
Stare lontano dalle gare dunque non è male anche per questa fantastica patologia.
Non poter fare più quello che facevo prima spavaldamente pesa e non poco, ma dopo un pò ci si convive e come sempre si cerca di tirare fuori il meglio dalla situazione che si vive, altro non posso fare d'altronde.
Per fortuna, come detto più volte non vivo grazie a questo sport, e se una volta lo avrei tanto desiderato, ora realizzo che casino sarebbe se così fosse.
Notte!
venerdì 30 dicembre 2016
sabato 24 dicembre 2016
Auguri di Buon Natale
Buon Natale a tutti, con l'augurio che qualunque cosa accada, la speranza sia sempre viva nei nostri cuori.
Con quella si può sempre ripartire.
martedì 22 novembre 2016
Scarpe da trail in gore-tex? Qualche riflessione
Se avete in mente l'acquisto di un paio di scarpe da trail in gore-tex, condivido alcune riflessioni.
Le scarpe in gore-tex che ho avuto modo di usare sono state le salomon speedcross ed attualmente le dynafit feline.
La scarpa in gore rispetto alla sorella normale, ha una suola mediamente più dura, la tomaia è più rigida, e causa la presenza del tessuto gore, pesa il 15% in più.
Insomma ci si trova con un piccolo scarponcino.
Quando piove "a seccie roverse", acqua dappertutto, fango, fiumi d'acqua, si corre in veri e propri acquitrini, la scarpa viene spesso annegata del tutto.
In queste situazioni, il goretex diventa una arma letale, perchè??? perchè dopo che la scarpa ha imbarcato acqua, si corre letteralmente su una vasca piena d'acqua, l'acqua non esce, un disastro.
E' meglio in questo caso avere una scarpa che al contrario dreni l'acqua più possibile.
Dunque a cosa serve la scarpa in goretex????
Bè provo ad esporre la mia esperienza.
Il fatto che sia più rigida, quando si deve mettere il piede su terreni fangosi e melmosi, io lo trovo ottimo, la scarpa si apre un varco e appoggia in modo stabile senza scomporsi.
Ho provato terreni talmente fangosi che mettendo il piede per andare da una parte, lui se ne andava dall'altra.
Se si usa una minighetta tipo questa
si ovviano ai problemi dell'entrata d'acqua da sopra, in caso di pioggia, o annegamento del piede.
E' chiaro che se si vuole guadare un fiume, dobbiamo mettercela via, li servono i stivali e basta.
Quando si deve correre su tratti con erba altina e bagnata, con la scarpa normale dopo qualche decina di metri il piede è inzuppato, ma se è estate non ci sono problemi, d'inverno invece ci sono problemi, significa rimanere con il piede inzuppato e dunque freddo!
Le minighette, quando si vuole correre sulla neve fresca, impediscono l'entrata della neve sulla scarpa, cosa odiosissima e che rende completamente inutile l'avere la scarpa in goretex.
Se si vuole correre sulla neve fresca, la scarpa dà il massimo, sopratutto la dynafit, come nel fango, la scarpa non torce, rimane rigida.
La neve che va in contatto con la tomaia sciogliendosi per il calore del piede, non lo bagna, mentre con la scarpa normale il lavaggio è assicurato.
Per ultimo e non da poco, la scarpa in gore è calda! da usare dai 10 °C in giù altrimenti il piede diventa un colabrodo di sudore.
Quando si è prossimi allo zero o si è sotto, correre con una scarpa in gore fa la differenza, con una scarpa normale, almeno per me, il freddo da veramente fastidio, fino a diventare insopportabile.
Con terreno ghiacciato, per quanto la tassellatura sia aggressiva, non c'è modo di stare in piedi.
Sono necessari i ramponcini e basta.
Dunque alla fine vale la pena o no l'acquisto di una scarpa in goretex?
Si se si corre d'inverno su terreni fangosi, con la neve, pioggia, freddo, con le considerazioni fatte sopra.
No se si è convinti di non bagnarsi i piedi quando si corre su fiume......ah ah.
Se dovessi rifare l'acquisto lo rifarei senza pensarci!
Le salomon speedcross 2 che ho avuto nel passato, mi hanno deluso perchè dopo 1 anno, la tomaia si è tagliata in entrambe le scarpe, a livello del metatarso.
Salomon non è una scarpa che fa per me, ma comunque questa faccenda mi ha deluso, oltre al fatto che la tassellatura se ne è andata solo a guardarla, mentre le dynafit sono ancora come nuove.
Spero di avervi aiutato nel ponderare l'acquisto,
Le scarpe in gore-tex che ho avuto modo di usare sono state le salomon speedcross ed attualmente le dynafit feline.
La scarpa in gore rispetto alla sorella normale, ha una suola mediamente più dura, la tomaia è più rigida, e causa la presenza del tessuto gore, pesa il 15% in più.
Insomma ci si trova con un piccolo scarponcino.
Quando piove "a seccie roverse", acqua dappertutto, fango, fiumi d'acqua, si corre in veri e propri acquitrini, la scarpa viene spesso annegata del tutto.
In queste situazioni, il goretex diventa una arma letale, perchè??? perchè dopo che la scarpa ha imbarcato acqua, si corre letteralmente su una vasca piena d'acqua, l'acqua non esce, un disastro.
E' meglio in questo caso avere una scarpa che al contrario dreni l'acqua più possibile.
Dunque a cosa serve la scarpa in goretex????
Bè provo ad esporre la mia esperienza.
Il fatto che sia più rigida, quando si deve mettere il piede su terreni fangosi e melmosi, io lo trovo ottimo, la scarpa si apre un varco e appoggia in modo stabile senza scomporsi.
Ho provato terreni talmente fangosi che mettendo il piede per andare da una parte, lui se ne andava dall'altra.
Se si usa una minighetta tipo questa
si ovviano ai problemi dell'entrata d'acqua da sopra, in caso di pioggia, o annegamento del piede.
E' chiaro che se si vuole guadare un fiume, dobbiamo mettercela via, li servono i stivali e basta.
Quando si deve correre su tratti con erba altina e bagnata, con la scarpa normale dopo qualche decina di metri il piede è inzuppato, ma se è estate non ci sono problemi, d'inverno invece ci sono problemi, significa rimanere con il piede inzuppato e dunque freddo!
Le minighette, quando si vuole correre sulla neve fresca, impediscono l'entrata della neve sulla scarpa, cosa odiosissima e che rende completamente inutile l'avere la scarpa in goretex.
Se si vuole correre sulla neve fresca, la scarpa dà il massimo, sopratutto la dynafit, come nel fango, la scarpa non torce, rimane rigida.
La neve che va in contatto con la tomaia sciogliendosi per il calore del piede, non lo bagna, mentre con la scarpa normale il lavaggio è assicurato.
Per ultimo e non da poco, la scarpa in gore è calda! da usare dai 10 °C in giù altrimenti il piede diventa un colabrodo di sudore.
Quando si è prossimi allo zero o si è sotto, correre con una scarpa in gore fa la differenza, con una scarpa normale, almeno per me, il freddo da veramente fastidio, fino a diventare insopportabile.
Con terreno ghiacciato, per quanto la tassellatura sia aggressiva, non c'è modo di stare in piedi.
Sono necessari i ramponcini e basta.
Dunque alla fine vale la pena o no l'acquisto di una scarpa in goretex?
Si se si corre d'inverno su terreni fangosi, con la neve, pioggia, freddo, con le considerazioni fatte sopra.
No se si è convinti di non bagnarsi i piedi quando si corre su fiume......ah ah.
Se dovessi rifare l'acquisto lo rifarei senza pensarci!
Le salomon speedcross 2 che ho avuto nel passato, mi hanno deluso perchè dopo 1 anno, la tomaia si è tagliata in entrambe le scarpe, a livello del metatarso.
Salomon non è una scarpa che fa per me, ma comunque questa faccenda mi ha deluso, oltre al fatto che la tassellatura se ne è andata solo a guardarla, mentre le dynafit sono ancora come nuove.
Spero di avervi aiutato nel ponderare l'acquisto,
sabato 12 novembre 2016
Ben tornate Dynafit
Bè si potrei iniziare questo post con un'ammissione di pazzia, ma in realtà non lo è, e tenterò di spiegare il perchè.
Di seguito il delirio!!!!!!!!
Tempo fa feci un bel post sulla fine della mio utilizzo delle scarpe Dynafit, causa ????? scarpe troppo dure o secche come si vuole intendere, e mie articolazioni in frantumi=vendita scarpe.
Da allora avevo tenuto le Dynafit in goretex, con intenzione di venderle, sono sempre state la da febbraio a ........ieri!
Sono passato alle adidas raven boost, scarpe morbidissime, dei veri cuscinotti da salotto.
Dynafit e queste ultime, scarpe non confrontabili perchè di tipologie e adatte a terreni e corse completamente diverse.
Ma io avevo bisogno di scarpe confortevoli, e di fronte ai dolori rilevati, non ci ho pensato due volte a cambiare, anche se come sempre detto, mi dispiaceva un sacco.
Dopo svariate corse, e in particolare la Tagliafuoco versione extreme, ho realizzato i limiti delle raven.
Scarpe fatte per ultratrail, dunque per corse con medi dislivelli e pendenze.
Quando usate su pendenze elevate, sopra il 20% in discesa, e su percorso ricco di rocce e sassi, il boost e la pianta allargata nel tallone, pensata proprio per il comfort e la stabilità, diventano un'arma letale.
Il boost risponde facendo il suo lavoro, ossia ritornando energia, la pianta larga quando appoggia su asperità libere, ossia sassoni, fa ruotare la scarpa, la quale avendo una calzata bassa, genera il continuo ondeggiare del tutto attorno al piede.
Questa miscela micidiale, rende la corsa insicura e assolutamente non lineare, anzi ricca di oscillazioni in verticale e mancanza di controllo.
La rotazione della scarpa, se protratta nel tempo, comincia a levigare il tallone e si possono ricavare fastidiosi raggrinzamenti e vesciche.
Anche sul Summano, Maistrack in particolare.... percorso un pò ripido, ho potuto verificare questa cosa, ricavando discese lente e insicure.
Quando si corre su una discesa ad elevata pendenza, la scarpa deve avvolgere il piede ed essere ferma sul tallone, il tempo di appoggio deve essere minimo, deve appena attutire il colpo e rispondere in modo quasi secco, agilità massima!!!! altrimenti la struttura articolare duole assai.
L'idea di un felino, come quello rappresentato da Dynafit rende bene l'idea.
Bè me la ero messa via, ma nel mio intimo, la voglia di una calzata Dynafit, dopo il ricordo di averle usate per 3 anni, era sempre viva, ma comanda la salute mi dicevo sempre.
Bè cova e cova, ieri non ce lo più fatta, ho ricalzato le feline goretex e sono scappato nel bosco,ho corso ad istinto puro, come sempre, ma al massimo dell'aggressività, aoooo che figata!
E' stato una vera e propria goduria, la calzata Dynafit mi strega, e quando è stato il momento di tornare in discesa, è stato tripudio totale.
Discesa velocissima e scarpa congelata e ferma sul tallone!!!!!
Tempi di reazione minimi, grazie alla risposta secca, torsione della scarpa zero grazie al rinforzo sulla zona mediale.
Chiaramente come detto più volte, con le Dynafit, sia in salita che discesa l'azione di corsa deve essere veloce fluida e precisa, pena la rotazione del piano anca ginocchio tallone, con la conseguente fastidiosa sensazione di sbilanciamento che fa perdere velocità in salita e controllo in discesa.
Ho dunque realizzato che è solo una questione di pendenze, ed io che voglio il massimo da ogni corsa allenamento gara, ora ho ritrovato quello che desideravo.
E' sempre e solo una questione di consapevolezza e conoscenza.
Se con le Dynafit corro su sterrato con pendenza del 10%, sono letteralmente impiantato, bisogna spingere come un pazzo.
Con le raven invece si viaggia e danno il loro meglio!
Dunque dunque mi sono detto, posso portare ancora le mie amate Dynafit, come un bambino con il lecca lecca. Oh siiiiiii!!!!!
La sera stessa mi sono recato in un negozio dove sapevo che le vendevano a prezzo scontato, ed ho ripreso la versione normale.
Di seguito il delirio!!!!!!!!
Tempo fa feci un bel post sulla fine della mio utilizzo delle scarpe Dynafit, causa ????? scarpe troppo dure o secche come si vuole intendere, e mie articolazioni in frantumi=vendita scarpe.
Da allora avevo tenuto le Dynafit in goretex, con intenzione di venderle, sono sempre state la da febbraio a ........ieri!
Sono passato alle adidas raven boost, scarpe morbidissime, dei veri cuscinotti da salotto.
Dynafit e queste ultime, scarpe non confrontabili perchè di tipologie e adatte a terreni e corse completamente diverse.
Ma io avevo bisogno di scarpe confortevoli, e di fronte ai dolori rilevati, non ci ho pensato due volte a cambiare, anche se come sempre detto, mi dispiaceva un sacco.
Dopo svariate corse, e in particolare la Tagliafuoco versione extreme, ho realizzato i limiti delle raven.
Scarpe fatte per ultratrail, dunque per corse con medi dislivelli e pendenze.
Quando usate su pendenze elevate, sopra il 20% in discesa, e su percorso ricco di rocce e sassi, il boost e la pianta allargata nel tallone, pensata proprio per il comfort e la stabilità, diventano un'arma letale.
Il boost risponde facendo il suo lavoro, ossia ritornando energia, la pianta larga quando appoggia su asperità libere, ossia sassoni, fa ruotare la scarpa, la quale avendo una calzata bassa, genera il continuo ondeggiare del tutto attorno al piede.
Questa miscela micidiale, rende la corsa insicura e assolutamente non lineare, anzi ricca di oscillazioni in verticale e mancanza di controllo.
La rotazione della scarpa, se protratta nel tempo, comincia a levigare il tallone e si possono ricavare fastidiosi raggrinzamenti e vesciche.
Anche sul Summano, Maistrack in particolare.... percorso un pò ripido, ho potuto verificare questa cosa, ricavando discese lente e insicure.
Quando si corre su una discesa ad elevata pendenza, la scarpa deve avvolgere il piede ed essere ferma sul tallone, il tempo di appoggio deve essere minimo, deve appena attutire il colpo e rispondere in modo quasi secco, agilità massima!!!! altrimenti la struttura articolare duole assai.
L'idea di un felino, come quello rappresentato da Dynafit rende bene l'idea.
Bè me la ero messa via, ma nel mio intimo, la voglia di una calzata Dynafit, dopo il ricordo di averle usate per 3 anni, era sempre viva, ma comanda la salute mi dicevo sempre.
Bè cova e cova, ieri non ce lo più fatta, ho ricalzato le feline goretex e sono scappato nel bosco,ho corso ad istinto puro, come sempre, ma al massimo dell'aggressività, aoooo che figata!
E' stato una vera e propria goduria, la calzata Dynafit mi strega, e quando è stato il momento di tornare in discesa, è stato tripudio totale.
Discesa velocissima e scarpa congelata e ferma sul tallone!!!!!
Tempi di reazione minimi, grazie alla risposta secca, torsione della scarpa zero grazie al rinforzo sulla zona mediale.
Chiaramente come detto più volte, con le Dynafit, sia in salita che discesa l'azione di corsa deve essere veloce fluida e precisa, pena la rotazione del piano anca ginocchio tallone, con la conseguente fastidiosa sensazione di sbilanciamento che fa perdere velocità in salita e controllo in discesa.
Ho dunque realizzato che è solo una questione di pendenze, ed io che voglio il massimo da ogni corsa allenamento gara, ora ho ritrovato quello che desideravo.
E' sempre e solo una questione di consapevolezza e conoscenza.
Se con le Dynafit corro su sterrato con pendenza del 10%, sono letteralmente impiantato, bisogna spingere come un pazzo.
Con le raven invece si viaggia e danno il loro meglio!
Dunque dunque mi sono detto, posso portare ancora le mie amate Dynafit, come un bambino con il lecca lecca. Oh siiiiiii!!!!!
La sera stessa mi sono recato in un negozio dove sapevo che le vendevano a prezzo scontato, ed ho ripreso la versione normale.
La versione X7 che avevo preso tempo fa, con la chiusura a boa, non mi aveva soddisfatto, dopo un pò bisognava sempre fermarsi per ridare qualche giro
Non ha senso avere peso in più e spendere di più, per un meccanismo che non tiene nel tempo l'allacciatura, mi sono detto no.
Ho provato per curiosità, ancora Saucony Peregrine, poi Salomon speedcross pro, Sense lab, Nike, New Balance, no no, proprio non ci siamo.
Il mondo Dynafit è unico per me e non ha paragoni, il modo in cui fascia il piede e la sagoma della pianta del piede, mi stregano letteralmente.
Le adidas raven mi sono andate bene e mi vanno ancora bene, perchè confortevoli, le utilizzerò per gli allenamenti o gare a pendenze medie o nulle, ma dove ci saranno sassi, rocce, terreno altamente sconnesso, qua comanderanno le mie amate Dynafit!!!!
Dunque vendo un paio di scarpe e poi le ricompro, forte no?
Si proprio direi un bel cogli......noo dai, la questione scarpe è una fissa per ognuno di noi runner, e l'esplorazione continua.
Intanto gli aggiornamenti sulla situazione pubalgica, danno la sintomalotogia costantemente rompi!
Lei c'è, mi permette di correre, ma quando supero un certo livello di sforzo, si fa sentire e da fastidio.
Dunque il buon senso, mi dice di saltare anche il trail di San Martino.
Peccato mi sarebbe piaciuto molto fare un gara nuova, ma so che poi starei male veramente.
Dunque rinunciamo, e poniamo attenzione alle 10 miglia dell'aurora di dicembre .
Proverò ad allenarmi ed ad osare, sempre con il limite di arrivare a capire se posso provarci o non ha senso.
Non mi faccio più problemi a rinunciare, guai fisici ne ho passati molti, ma questa della pubalgia è veramente, come ho sempre sentito dire, una patologia tosta e dura a guarire.
Dicono che l'unica sia riposo assoluto, altrimenti diventa cronica e non va più via.
Confermo che è così, ma io di stare almeno 20 gg fermo proprio non ci riesco, per ora è fastidio e la tengo sotto controllo, speriamo bene.
martedì 11 ottobre 2016
Superpippo Sorapache 2016
Quella di domenica è stato il mio ventesimo appuntamento con la Superpippo, a parte l'anno scorso che ho saltato per impegni familiari.
Per vari motivi, legati agli impegni lavorativi e a problemi fisici, devo dire in tutta sincerità che quest'anno l'ho sentita meno, e il mio cuore non ha battuto per lei come gli altri anni.
La preparazione non è stata all'altezza, e a meno che non tu sia un talento, per far risultato alla spippo, o comunque ad una gara così impegnativa, la preparazione deve esserci, punto e basta!
Agosto mese di lavoro, settembre ritorno a un pò di gare con piacevoli risultati, ma ripetute in salita cattive come sono solito fare, gran poco.
Per me tutti gli anni, questo è un rituale, un'appuntamento estremamente piacevole, che non smetterò mai di fare.
Ma se c'è assorbimento di energia su più fronti, essendo umani, è chiaro che qualcosa vien meno.
E come è normale che in natura tutto alla fine trovi un equilibrio, così è avvenuto anche per me, è naturale che lo sia ed è bello accettarlo come tale.
La superpippo ha un sapore tutto particolare, e quando la provi una volta, poi non ne puoi più fare a meno, è una pietanza molto particolare del mondo della corsa, i gusti, i sapori, i profumi rimangono impressi per sempre, e quando il periodo arriva, questi ritornano, con la voglia di risentirli, preparati o no che sia.
Infine siamo dei normali runners, penso che prima di tutto dobbiamo pensare a soddisfare questo lato emozionale, pur restando spesse volte intrappolati nei numeri, nelle classifiche.
Si prevede freddo a 2000mt, neve ma poca. Avendola provata un pò di volte sta spippo, e conoscendo il mio problema con il freddo, non ho dubbi nel vestirmi, lo potete ben notare nella foto.
Primo anno con organizzazione Remo Laverda, Matteo Tizian, Summano Cobras, Puro Sport Team.
La Cerniera e il mitico Golin hanno passato in consegna l'ennesima gara.
Quante ne hanno create nel vicentino, e quanto lodevole è stato il loro lavoro in questi anni.
Non smetterò mai ringraziarli.
Quest'anno la spippo sarà senza paletti, e come mai????
Bè ogni tanto la mente divaga in mille pensieri, Nonostante sia degno sostenitore del vantaggio che offrono i paletti, ho bisogno di provarla senza, non chiedetemi il perchè, il fatto è oggi la mia testa chiamava così, amen.
Dunque si parte sempre carichi a mille, ad un ritmo medio blando direi, sapendo il carico che ci aspetta, non è proprio male.
Tengo bene a vista il gruppo dei top, un pò alla volta ci defiliamo, e io mi conformo al mio ritmo ideale.
Sto tenendo il medesimo passo del pb di qualche anno fa, anzi un peletto più veloce, e senza faticare particolarmente.
4:08 il primo k con guadagno di 30mt, direi che stiamo andando proprio bene, altro che ritmo blando!!! Il pube si fa un pò sentire, ma cerco di non farci caso.
Ora la temperatura è perfetta, esce pure il sole, e direi è leggermente caldino, ma so cosa arriverà fra un'oretta.
Arrivo all'inizio della val sorapache con un decina di sec in ritardo rispetto al miglior tempo,.....dettagli.
Iniziamo la salita, che non smetterà di accompagnarci per ben 1400mt di dislivello.
La salita fa selezione, io sento di tenere un ritmo ottimale e non perdo posizione inizialmente, però un pò alla volta mi rendo conto di avere un passo molto più lento degli altri anni.
La salita si conferma essere quella in cui ho perso maggiormente quest'anno, il perchè non me lo so ancora spiegare.
Corro, se si può dire, ben piegato e con le mani che zampano bene sulle ginocchia.
L'azione mi sembra efficace, ma i numeri non sostengono la sensazione.
Eccomi al minuto 3:30 circa.
Alcuni sorpassi mi fanno proprio pensare che oggi non è giornata da crono, effettivamente la VAM supera di rado i 1000 spesso sono sotto.
Ho come riferimento i 51min di qualche anno fa, da inizio sorapache agli scarubbi, 1000mt D+, che equivalgono a 1176 di VAM.
Arriviamo alla malga pasubio, e come sempre qua la temperatura cala da paura, la pioggierellina diventa neve.
Sono bello caldo, ma tira aria gelida e comincio a sentire irrigidimento.
La testa chiama la fascetta, che saggiamente mi sono portato al poso, dopo un pò non esito a mettermela e ......che ben che sto!
Certo che senza specchiarmi sono stato proprio bravo a mettere così bene il felino della dynafit, sicuro non ci ho provato, è venuta proprio per caso.
Qui sto arrivando proprio alla strada degli scarubbi, mantengo posizione, anche se alle calcagna ho un paio di runners, tra cui il compagno Maurizio Novello e non lo so, ma fra un pò me ne accorgerò.
Sugli scarubbi corro al medesimo ritmo degli altri anni, freddo boia, come negli ultimi anni, ma sono ben vestito per fortuna e a parte il viso, non provo fastidio più di tanto.
Si gode un bel panorama, quasi invernale, neve a chiazze un pò dappertutto.
Gli escursionisti che incontro sono vestiti bardati fino all'ultimo cm, segno che effettivamente un di freddo è!
Arrivo alla deviazione che porta ai forni alti, e qua le gambe cominciano a soffrire alla grande.
Soffro il cambio di ritmo, dal freddo che ho, mi sembra che le gambe siano parte separata del corpo, le tocco ma sento poco niente a livello di sensazione, non sudo nemmeno più, mi fanno male le labbra addirittura.
Pensando a Poletto, proprio non riesco a pensare a come abbia fatto ad indossare la cannotta, i top sono top anche per questo!
Nebbia, vento, neve, mi accompagneranno fino alla cima forni alti.
E intanto il compagno Novello mi raggiunge e mi passa.
L'ultimo tratto è un pò esposto e rallento parecchio, perchè un'errore sarebbe fatale.
Sulle roccette finali, la solita arrampicatina, questa volta le rocce sono gelide e in parte ricoperte di neve.
Le mie povere mani diventano viola, ultimo strappo in cresta, e concludo nel secondo tempo più alto di sempre.
Abbastanza deluso, visto che nella salita mi ero sentito bene, e il pube non mi aveva dato fastidio più di tanto.
Ma ha freddo ora penso, che in questi ultimi mesi non ho più fatto allenamenti intensi, nè in piano nè in salita, causa il pube infiammato.
Questo alla fine si paga con un calo di prestazione, è inevitabile, ed è la dura legge della corsa.
L'accetto però, perchè questa è una realtà che fa parte di noi e del quotidiano.
Non possiamo sempre richiedere il massimo, nè dal fisico, nè da tutto il resto.
Per fortuna ultimamente mi sento sempre meglio, e se non di rado sento il pube, mantre solo qualche settimana fa, dopo ogni seduta dovevo fare i conti con un bel fastidio che per fortuna non era ancora dolore.
Dopo la sessione intervallata di sabato scorso di 14k, terminata abbastanza gravosamente, ho deciso definitivamente di non partecipare alla mezza dei sei comuni.
Primo per il percorso, troppo fastidioso negli ultimi k, reputo la cosa con poco senso.
Una mezza maratona in piano con un tale dislivello finale non porta tanti concorrenti partecipare.
L'anno scorso ho sentito molto lamentarsi, io per primo mi sono ripromesso di non farla se non avessero cambiato il tracciato.
Quello degli anni precedenti era comunque duro ma accettabile, e ancora da tempo.
Se cerco dislivello, lo preferisco nel trail, tra montagne e nei boschi, ma così, vista anche la condizione del pube, preferisco star tranquillo e fare il trail di san martino la settimana dopo.
domenica 25 settembre 2016
Tagliafuoco 2016
Domenica è stata una giornata perfetta, meteo perfetto, clima ideale, in previsione due appuntamenti, come qualche anno fa alla recoaro montefalcone.
Il gioco degli incastri mi appassiona, e se riesco a fare più cose, sopratutto che riguardano attività all'aria aperta, non c'è ostacolo che mi ferma.
Dunque Tagliafuoco x-treme edition, ossia salita e discesa di 19.5k e a seguire pedalada autunno sui campi.
Caricata la bici in auto il giorno prima, tutto pronto.
I giorni prima non ho fatto però una cosa tanto consigliata, ossia ho dato le tinte, siiiiii le tinte cavoli, alla stanza dei ragazzi, e poi montato una camera nuova.
Lo so non sono cose da fare, ma a questo non si comanda, quando c'è la finestra di tempo, si fa e basta, solo che al fisico non piace questo, su è giù per la scala, e piegati e monta i mobili, e vaiiiii.
Durante il riscaldamento sento le gambe perfette, soliti cenni di fastidio dal pube, ma in salita neanche tanto.
Dunque pronti al via e si parte, siamo insieme, staffettisti della salita e concorrenti della completa.
Mi impongo di tenere una VAM(metri di dislivello all'ora) sopra i 1000 e non andare troppo oltre.
Le gambe spingono veramente bene e non sento affaticamento, vedo spesso 1200-1300 sul garmin, e devo stare attento a non esagerare, so che in discesa la pagherei.
Sono a tiro di gente che sta facendo la sola parte in salita, Bertoldo, Bortolan, quelli mi danno il riferimento, e li tengo a vista.
E un continuo ottimo scambio di chi tira davanti, e ciò è ottimo in quanto ti consente di tirare un pò il respiro.
Un runner(di cui non mi ricordo il nome, Sperotto?) mi supera e chiede se sono quello del blog, mi dice che lo legge spesso, io ringrazio, lui ringrazia me per i contenuti che lo hanno aiutato nella crescita.
Sono molto contento di questo, perchè ritengo di non essere nessuno, ma solo uno che condivide contenuti che piacciono e che ritiene utili agli altri, e che porta la sua esperienza al fine di stimolare chi legge a provare metodiche nuove.
Metodiche non solo di allenamento, ma anche di approccio al quotidiano vivere.
Ad un certo punto abbandoniamo la strada sterrata, per entrare nel bosco, il percorso qui è difficile, lo ricordo ogni anno, continuamente discontinuo, cambia di pendenza, è necessaria una continua correzzione della postura, altrimenti l'efficienza diminuisce e sensibilmente, oltre a fare una fatica bestia.
Ritorniamo nel sterrato sommitale e invece di proseguire per il piano come gli altri anni, dopo qualche centinaio di metri, prendiamo per i prati, una via diretta verso la malga foraoro.
Una via inventata per la gara e segnata con le bandierine DOCH!!!!!
E' molto ripida, e bisogna aiutarsi con le mani nelle ginocchia, arrivo abbastanza provato alla malga, e proseguiamo in discesa verso la zona cambio, e la prima discesa è fatta.
Saliamo e arriviamo alla zona cambio, bevo un pò e riparto.
Siamo un gruppetto di 4-5, l'amico Daniele Rigon mi è alle spalle, inizia la seconda discesa, stavolta ripidissima, e un pò esposta, ovvero, se cadi capitomboli fino a valle.
Io tiro i remi in barca perchè ho paura, letteralmente, ancora tutto bene fisicamente, ma la paura mi frena e vado cauto, Daniele invece sembra una gazzella, mi passa via leggerissimo e mi stacca abbastanza facilmente, non riuscirò più nemmeno a vederlo.
Il panorama è fantastico, stiamo tagliando il monte e dopo questa seconda discesa, ci sono dei tratti molto corribili e divertenti, veramente bello.
Giornatona calda, e l'aver tenuto la maglietta è stato un pò un'azzardo, avevo paura come al solito del freddo, ma si sta bene anche sopra i mille, anzi sto un pò patendo il caldo, pensa te.
E arriviamo al terzo discesone!!!!! che mi preparerà per la distruzione finale, qua tengo ancora bene, ma cavoli che pendenza.
Comincio a sentire fastidio sotto i calcagni, forse perchè la pendenza non mi permette di atterrare di medio punta e devo continuamente farlo con il calcagno, la cosa più sbagliata ovviamente!!!!ma non riuscivo a fare altro, oltretutto il fondo è molto sconnesso e dunque non riesco proprio a controllare l'atterraggio.
Sto trovando forse il limite delle raven boost, le quali si rilevano ottime per pendenze medie e fondi leggermenti sconnessi, ma in questo caso, quando trovo protuberanze grosse, il corpo boost, così grosso e compatto, fa girare la scarpa, la quale continua ad storcere la caviglia e il calcagno.
Mi rendo veramente conto di ciò minuto dopo minuto, il fastidio diventa dolore e finalmente arriva l'ultima salita.
E cavoli che ultima salita, qui mi pianto di brutto, pendenza penso sopra 30% di sicuro, devo puntare le mani sulle ginocchia, ma avverto quasi perdita di equilibrio e orientamento.
I compagni di corsa mi staccano nettamente, tengo duro e finalmente arriviamo alla fine, e ne sono certo guardando il D+ del garmin e il profilo altimetrico, caspita ultimo tratto duro e lungo!!!! tutto sotto il sole pure.
Al ristoro bevo, l'ho fatto ad ogni ristoro e devo ammettere che sono diventato diligente, una volta tiravo diritto, asino!!!!
Iniziamo la discesa, abbastanza morbida inizialmente, atrraversano i prati, qui i polpacci cominciamo a giocarmi brutti scherzi, tironi nella parte esterna e interna.
Per fortuna, dico per fortuna i BV compressor fanno il loro degno lavoro, mi impongo di correre sciolto e defaticare, ma non è facile, continuamo a partirmi indurimenti.
Per fortuna un pò alla volta passa, ma un pò alla volta arriva anche l'ultima tremenda discesa, di ben 5k, pochi sembrebbero, ma nelle mie condizioni, interminabiliiiiii.
Come capita spesso, dopo serie di salite e discese, ad un certo punto le gambe diventano di legno, il fondo e cacchievolmente sconnesso e un pò alla volta non riesco più ad appoggiare i piedi in modo da poter correre.
La corsa diventa un pò alla volta camminata veloce, ma è veramente uno strazio, mai provata una cosa del genere, nemmeno alla recoaro montefalcone di 24k di qualche anno fa.
Sicuramente le discese più ripide hanno contribuito.
Ad un certo punto mi raggiunge Anna Pedevilla, la vincitrice della Sella Ronda trail running dello scorso 10sett, ben 80k!!!
Con un sorriso stupendo mi saluta e mi tira su di morale, prendo un'attimo di vitalità e preso dalla pazzia, provo a starle sotto, mi riuscirà per 100-200mt, ma poi la saluterò in quattro e quattrotto.
Vola come una farfalla e non sembra proprio avere problemi.
Tanto per ........trovo altri umani in difficoltà, uno che sta camminando come me e che mi lascia passare con gli ossequi, è messo male e forse peggio di me.
Poi trovo sua maestà Rigodanza, il ragazzo di qualche anno fa... ora top runner, ma di fatto sempre un personaggio eclettico e tutto fuor che montato, anzi con lui mi sento proprio in sintonia.
Lo trovo azzoppato per una storta alla caviglia, sta camminando con un piede saltellando, pensate!!!!
Cominciamo a chiaccherare e come due moribondi in qualche modo ci trasciniamo al traguardo, a cui arriviamo insieme.
Io lo invito a passare prima di me, ma lui si rifiuta e insisterà perchè passi io, amen, non cambia niente.
Contentissimo di avere fatto l'utlimo tratto con lui, perchè ci siamo tirati su a vicenda e incoraggiati, bella prova di altruismo.
Concludo 16esimo in 2:19:42, stirato come non accadeva da anni!!!!!
Avrei potuto sicuramente stare sotto le 2:15 senza tutti i problemi in discesa, l'anno prossimo cercherò di arrivare più preparato per la discesa, anche se ......le miei discese tirate, la avevo provate nei miei terreni di allenamento!!!!
Certo non così lunghe, ma qui quello che ha fregato è stato l'alternarsi di salita e discese tostissime, chiaro!
Nei miei allenamenti affronto una salita e una discesa, oppure salite e discese ripetute, ma molto brevi.
Guardate il profilo altimetrico, e la pendenza del primo tratto dell'ultima discesa.
Il pube si è fatto un pò sentire ma come dargli torto!!!!
Per fortuna non mi ha dato l'urbi e torbi, oggi, dopo 5gg sento quasi nulla e questo vuol dire molto.
Mentre le gambe sono ancora molto dure e piene di acido lattico, si dopo ben 5gg, incredibile.
In auto verso la pedalada, ho avuto molti problemi nello star seduto e guidare, i muscoli continuavano a contrarsi, scene da film!!!!!
Il gioco degli incastri mi appassiona, e se riesco a fare più cose, sopratutto che riguardano attività all'aria aperta, non c'è ostacolo che mi ferma.
Dunque Tagliafuoco x-treme edition, ossia salita e discesa di 19.5k e a seguire pedalada autunno sui campi.
Caricata la bici in auto il giorno prima, tutto pronto.
I giorni prima non ho fatto però una cosa tanto consigliata, ossia ho dato le tinte, siiiiii le tinte cavoli, alla stanza dei ragazzi, e poi montato una camera nuova.
Lo so non sono cose da fare, ma a questo non si comanda, quando c'è la finestra di tempo, si fa e basta, solo che al fisico non piace questo, su è giù per la scala, e piegati e monta i mobili, e vaiiiii.
Durante il riscaldamento sento le gambe perfette, soliti cenni di fastidio dal pube, ma in salita neanche tanto.
Dunque pronti al via e si parte, siamo insieme, staffettisti della salita e concorrenti della completa.
Mi impongo di tenere una VAM(metri di dislivello all'ora) sopra i 1000 e non andare troppo oltre.
Le gambe spingono veramente bene e non sento affaticamento, vedo spesso 1200-1300 sul garmin, e devo stare attento a non esagerare, so che in discesa la pagherei.
Sono a tiro di gente che sta facendo la sola parte in salita, Bertoldo, Bortolan, quelli mi danno il riferimento, e li tengo a vista.
E un continuo ottimo scambio di chi tira davanti, e ciò è ottimo in quanto ti consente di tirare un pò il respiro.
Un runner(di cui non mi ricordo il nome, Sperotto?) mi supera e chiede se sono quello del blog, mi dice che lo legge spesso, io ringrazio, lui ringrazia me per i contenuti che lo hanno aiutato nella crescita.
Sono molto contento di questo, perchè ritengo di non essere nessuno, ma solo uno che condivide contenuti che piacciono e che ritiene utili agli altri, e che porta la sua esperienza al fine di stimolare chi legge a provare metodiche nuove.
Metodiche non solo di allenamento, ma anche di approccio al quotidiano vivere.
Ad un certo punto abbandoniamo la strada sterrata, per entrare nel bosco, il percorso qui è difficile, lo ricordo ogni anno, continuamente discontinuo, cambia di pendenza, è necessaria una continua correzzione della postura, altrimenti l'efficienza diminuisce e sensibilmente, oltre a fare una fatica bestia.
Ritorniamo nel sterrato sommitale e invece di proseguire per il piano come gli altri anni, dopo qualche centinaio di metri, prendiamo per i prati, una via diretta verso la malga foraoro.
Una via inventata per la gara e segnata con le bandierine DOCH!!!!!
E' molto ripida, e bisogna aiutarsi con le mani nelle ginocchia, arrivo abbastanza provato alla malga, e proseguiamo in discesa verso la zona cambio, e la prima discesa è fatta.
Saliamo e arriviamo alla zona cambio, bevo un pò e riparto.
Siamo un gruppetto di 4-5, l'amico Daniele Rigon mi è alle spalle, inizia la seconda discesa, stavolta ripidissima, e un pò esposta, ovvero, se cadi capitomboli fino a valle.
Io tiro i remi in barca perchè ho paura, letteralmente, ancora tutto bene fisicamente, ma la paura mi frena e vado cauto, Daniele invece sembra una gazzella, mi passa via leggerissimo e mi stacca abbastanza facilmente, non riuscirò più nemmeno a vederlo.
Il panorama è fantastico, stiamo tagliando il monte e dopo questa seconda discesa, ci sono dei tratti molto corribili e divertenti, veramente bello.
Giornatona calda, e l'aver tenuto la maglietta è stato un pò un'azzardo, avevo paura come al solito del freddo, ma si sta bene anche sopra i mille, anzi sto un pò patendo il caldo, pensa te.
E arriviamo al terzo discesone!!!!! che mi preparerà per la distruzione finale, qua tengo ancora bene, ma cavoli che pendenza.
Comincio a sentire fastidio sotto i calcagni, forse perchè la pendenza non mi permette di atterrare di medio punta e devo continuamente farlo con il calcagno, la cosa più sbagliata ovviamente!!!!ma non riuscivo a fare altro, oltretutto il fondo è molto sconnesso e dunque non riesco proprio a controllare l'atterraggio.
Sto trovando forse il limite delle raven boost, le quali si rilevano ottime per pendenze medie e fondi leggermenti sconnessi, ma in questo caso, quando trovo protuberanze grosse, il corpo boost, così grosso e compatto, fa girare la scarpa, la quale continua ad storcere la caviglia e il calcagno.
Mi rendo veramente conto di ciò minuto dopo minuto, il fastidio diventa dolore e finalmente arriva l'ultima salita.
E cavoli che ultima salita, qui mi pianto di brutto, pendenza penso sopra 30% di sicuro, devo puntare le mani sulle ginocchia, ma avverto quasi perdita di equilibrio e orientamento.
I compagni di corsa mi staccano nettamente, tengo duro e finalmente arriviamo alla fine, e ne sono certo guardando il D+ del garmin e il profilo altimetrico, caspita ultimo tratto duro e lungo!!!! tutto sotto il sole pure.
Al ristoro bevo, l'ho fatto ad ogni ristoro e devo ammettere che sono diventato diligente, una volta tiravo diritto, asino!!!!
Iniziamo la discesa, abbastanza morbida inizialmente, atrraversano i prati, qui i polpacci cominciamo a giocarmi brutti scherzi, tironi nella parte esterna e interna.
Per fortuna, dico per fortuna i BV compressor fanno il loro degno lavoro, mi impongo di correre sciolto e defaticare, ma non è facile, continuamo a partirmi indurimenti.
Per fortuna un pò alla volta passa, ma un pò alla volta arriva anche l'ultima tremenda discesa, di ben 5k, pochi sembrebbero, ma nelle mie condizioni, interminabiliiiiii.
Come capita spesso, dopo serie di salite e discese, ad un certo punto le gambe diventano di legno, il fondo e cacchievolmente sconnesso e un pò alla volta non riesco più ad appoggiare i piedi in modo da poter correre.
La corsa diventa un pò alla volta camminata veloce, ma è veramente uno strazio, mai provata una cosa del genere, nemmeno alla recoaro montefalcone di 24k di qualche anno fa.
Sicuramente le discese più ripide hanno contribuito.
Ad un certo punto mi raggiunge Anna Pedevilla, la vincitrice della Sella Ronda trail running dello scorso 10sett, ben 80k!!!
Con un sorriso stupendo mi saluta e mi tira su di morale, prendo un'attimo di vitalità e preso dalla pazzia, provo a starle sotto, mi riuscirà per 100-200mt, ma poi la saluterò in quattro e quattrotto.
Vola come una farfalla e non sembra proprio avere problemi.
Tanto per ........trovo altri umani in difficoltà, uno che sta camminando come me e che mi lascia passare con gli ossequi, è messo male e forse peggio di me.
Poi trovo sua maestà Rigodanza, il ragazzo di qualche anno fa... ora top runner, ma di fatto sempre un personaggio eclettico e tutto fuor che montato, anzi con lui mi sento proprio in sintonia.
Lo trovo azzoppato per una storta alla caviglia, sta camminando con un piede saltellando, pensate!!!!
Cominciamo a chiaccherare e come due moribondi in qualche modo ci trasciniamo al traguardo, a cui arriviamo insieme.
Io lo invito a passare prima di me, ma lui si rifiuta e insisterà perchè passi io, amen, non cambia niente.
Contentissimo di avere fatto l'utlimo tratto con lui, perchè ci siamo tirati su a vicenda e incoraggiati, bella prova di altruismo.
Concludo 16esimo in 2:19:42, stirato come non accadeva da anni!!!!!
Avrei potuto sicuramente stare sotto le 2:15 senza tutti i problemi in discesa, l'anno prossimo cercherò di arrivare più preparato per la discesa, anche se ......le miei discese tirate, la avevo provate nei miei terreni di allenamento!!!!
Certo non così lunghe, ma qui quello che ha fregato è stato l'alternarsi di salita e discese tostissime, chiaro!
Nei miei allenamenti affronto una salita e una discesa, oppure salite e discese ripetute, ma molto brevi.
Guardate il profilo altimetrico, e la pendenza del primo tratto dell'ultima discesa.
Il pube si è fatto un pò sentire ma come dargli torto!!!!
Per fortuna non mi ha dato l'urbi e torbi, oggi, dopo 5gg sento quasi nulla e questo vuol dire molto.
Mentre le gambe sono ancora molto dure e piene di acido lattico, si dopo ben 5gg, incredibile.
In auto verso la pedalada, ho avuto molti problemi nello star seduto e guidare, i muscoli continuavano a contrarsi, scene da film!!!!!
Qui sto parlando con non so chi, forse con la Lucia che mi stava fotografando, non ho più biraaaaa ma proprio xerooooooo, finito come un calsetto è il caso di dire.
E lei da dietro l'obbiettivo che se la rideva e mi incitava, dai Andreaaaaaaa, grazie Lucy e el Capitan(Urbano Fontana) per l'impegno nel fare le foto e renderle disponibili a tutti.
Mi sarebbe piaciuto fare la notturna valdagnese, ma le condizioni mi suggeriscono di lasciar stare.
Meglio fare allenamento e ascoltare il fisico.
Fra 9gg sarà ora di Superpippo Sorapache, gara di sola salita stavolta, la mia eterna preferita, saranno fuoco e fiamme, ma bisogna arrivare belli freschi e scarichi.
mercoledì 21 settembre 2016
Fave di cacao Nibs
Dopo un bel periodo di stasi, assestato su mascao 85% e lindt 90%, sono riuscito a trovare le fave di cacao ad un prezzo decente.
130gr a 6.50 euri, costo chiaramente non paragonabile alle tavole di cacao, anche vanno letteralmente degustate e non mangiate.
Bè raga, sono realista e forse un pò troppo, ma non vado a mangiarle perchè sono buone, perchè sono ricche di ferro magnesio potassio, fanno bene al cuore grazie ai polifenoli e flavonoidi.....e avanti.
Per avere un 70% dell'apporto quotidiano di questi nutrienti, dovrei mangiarne 100gr al giorno, seeee figurate.
Non posso nemmeno dire che sono buone, nel senso classico del termine.
A me piace la ricerca e la degustazione dei cibi crudi, adoro sentire l'origine dei sapori, senza alcuna aggiunta industriale, poi che facciano bene è una cosa che sicuramente non guasta.
Incredibile pensare che il nostro cioccolato derivi dalla lavorazione di questi fave, anzi dai questo albero.
E quanto sia trasformato e aggiunto di porcherie per renderlo "buono", ovvero droga, come tutti i cibi odierni.
Cibi che creano dipendenza, intossicazione e stato infiammatorio costante.
Per degustare queste fave, non bisogna avere mangiato qualcos'altro prima, consiglio al massimo durante un caffè rigorosamente senza zucchero.
Il top è quando si è a digiuno da almeno 1-2 ore, si beve prima un pò d'acqua e lentamente le si scioglie in bocca.
Il retro gusto da cacao arriva doo un pò ed è apprezzabilissimo.
Dopo averla finita, il sapore permane per qualche minuto ed anzi posso dire che aumenta.
2-3 al massimo alla volta, non vanno mangiate a bocconi, per me non ha senso.
Durante la giornata lavorativa le ricerco spesso, e il piacere permane per tempo.
E' un piacere del minimale che ........in certi lati della mia vita, mi piace cercare, in altri sono squilibrato all'opposto, vedi garmin e numeri e dati.
Ma questo lato fa parte dell'"imparato" che in ogni caso mi fornisce piacere, piacere del raziocinio e di ciò che si pensa ci contraddistingua dall'animale.
Ok mi fermo qua, buona degustazione.
PS:il 90% del lindt, o 92% venchi, dopo queste fave, è immangiabile da quanto appare zuccherato.
lunedì 19 settembre 2016
Case in Corsa-10k a Malo!!!!!!
Pubblicizzo una gara di casa a cui purtroppo non potrò partecipare, perchè il giorno dopo ho la Tagliafuoco. Peccato!!!!!!!
Vi invito a partecipare se potete chiaramente.
https://m.facebook.com/profile.php?id=292271601154344
sabato 17 settembre 2016
Su e xo par san vito
Gran bella gara, nonostante la pioggia.
Ho cercato di tenere il miglior ritmo possibile, per non infastidire troppo il pube.
Le settimane scorse dopo maistrack e importante impegno lavorativo, son partito finalmente per le ferie.
La corsa non è mancata, ma i ritmi sono stati blandi e di mantenimento, ma era chiaro, doveva essere così, e mi è andata benissimo.
Dormito tanto, ma veramente tanto e altrettanto nuotato.
Ero incerto se partecipare perché in piano il pube si fa sempre sentire e non vorrei peggiorare.
In gara ci si comporta spesso in modo irrazionale e si rischia di fare caga...
Infatti dalla manifestazione del problema, non ho più partecipato a gare in piano, il pube mi diceva sempre no.
Ma per fortuna in questa gara, sono riuscito a controllarmi e a non strafare.
Una corsa di 8k, chiama a ritmi elevati, il fatto che ci fosse un po' di salita, mi ha dato fiducia.
Non ho avvertito infatti fastidi particolari, a parte nel discesone, qui proprio mi sono imposto di star tranquillo, primo perché era buio e le buche e il bagnato nell asfalto erano fattori molto rischiosi.
In discesa il il pube si fa più sentire, ma a sentire i postumi oggi, non mi pare di averlo infastidito più di tanto.
La pubalgia è veramente delicata, può durare anni, è sempre li li, sembra passare, poi con un allenamento ad alti ritmi o movimenti inusuali, si ripresenta.
Dunque ritornando alla gara, si parte con po' di ghirigori iniziali per le vie del centro, tutti sotto i 4:00, un 3:40 nei primi 800mt mi ha fatto paura ed ho rallentato subito.
Con il gruppetto dei primi non mi sembrava di viaggiare a tale ritmo!!!!
Accade spesso si sa, l euforia della partenza.
Simone Cortiana, il vincitore, già nei primi 2-300 mt, stacca tutti alla grande.
Terminerà con una media elevatissima a 3:34!!!
Ci allontaniamo dal centro e continuiamo su sterrato.
Comincia gradatamente la salita, siamo all imbrunire e per fortuna, nonostante i nuvoloni la pioggia non è così intensa.
In salita tengo bene il ritmo e raggiungo due tre runners, un altro resta a vista e non riesco a raggiungerlo.
Scolliniamo e comincia la discesa, non mi fido ad aumentare troppo il ritmo, non ci vedo e ogni tanto avverto la caviglia destra che accenna a girarsi.
A queste velocità significa farsi male sul serio.
Il ragazzo davanti infatti sparisce, arriviamo alla chiesa di san vito e imbocco l ultimo rettilineo in discesa, mi lascio andare perché ora la strada è illuminata, media 3:35, la media che avrei potuto tenere prima, amen.
Termino in 33:29 media 4:09 , 15esimo assoluto, a 5 min più o meno dal primo che chiude in 27:55.
Ho cercato di tenere il miglior ritmo possibile, per non infastidire troppo il pube.
Le settimane scorse dopo maistrack e importante impegno lavorativo, son partito finalmente per le ferie.
La corsa non è mancata, ma i ritmi sono stati blandi e di mantenimento, ma era chiaro, doveva essere così, e mi è andata benissimo.
Dormito tanto, ma veramente tanto e altrettanto nuotato.
Ero incerto se partecipare perché in piano il pube si fa sempre sentire e non vorrei peggiorare.
In gara ci si comporta spesso in modo irrazionale e si rischia di fare caga...
Infatti dalla manifestazione del problema, non ho più partecipato a gare in piano, il pube mi diceva sempre no.
Ma per fortuna in questa gara, sono riuscito a controllarmi e a non strafare.
Una corsa di 8k, chiama a ritmi elevati, il fatto che ci fosse un po' di salita, mi ha dato fiducia.
Non ho avvertito infatti fastidi particolari, a parte nel discesone, qui proprio mi sono imposto di star tranquillo, primo perché era buio e le buche e il bagnato nell asfalto erano fattori molto rischiosi.
In discesa il il pube si fa più sentire, ma a sentire i postumi oggi, non mi pare di averlo infastidito più di tanto.
La pubalgia è veramente delicata, può durare anni, è sempre li li, sembra passare, poi con un allenamento ad alti ritmi o movimenti inusuali, si ripresenta.
Dunque ritornando alla gara, si parte con po' di ghirigori iniziali per le vie del centro, tutti sotto i 4:00, un 3:40 nei primi 800mt mi ha fatto paura ed ho rallentato subito.
Con il gruppetto dei primi non mi sembrava di viaggiare a tale ritmo!!!!
Accade spesso si sa, l euforia della partenza.
Simone Cortiana, il vincitore, già nei primi 2-300 mt, stacca tutti alla grande.
Terminerà con una media elevatissima a 3:34!!!
Ci allontaniamo dal centro e continuiamo su sterrato.
Comincia gradatamente la salita, siamo all imbrunire e per fortuna, nonostante i nuvoloni la pioggia non è così intensa.
In salita tengo bene il ritmo e raggiungo due tre runners, un altro resta a vista e non riesco a raggiungerlo.
Scolliniamo e comincia la discesa, non mi fido ad aumentare troppo il ritmo, non ci vedo e ogni tanto avverto la caviglia destra che accenna a girarsi.
A queste velocità significa farsi male sul serio.
Il ragazzo davanti infatti sparisce, arriviamo alla chiesa di san vito e imbocco l ultimo rettilineo in discesa, mi lascio andare perché ora la strada è illuminata, media 3:35, la media che avrei potuto tenere prima, amen.
Termino in 33:29 media 4:09 , 15esimo assoluto, a 5 min più o meno dal primo che chiude in 27:55.
Più che soddisfatto per quello che potevo dare, e con l'allenamento in essere.
Come pacco gara, un squisito paninazzo con hamburger cipolla fritta e peperoni, dopo aver donato la quota alla città della speranza, torno a casa aaaaaposto.
Ora Tagliafuoco il 25 sett, quest anno 19,5 k, 1500D, salita e discesa, sarà un bel garone, e una bella sfida anche per il mio pube.
Poi il 9 ott Superpippo finalmente!!!
domenica 28 agosto 2016
Maistrack 2016
Poco tempo con poche parole per dire che oggi ho faticato molto e il crono è stato molto alto, 52:08.
Oltre addirittura ai tempi di allenamento degli altri anni.
Il clima è stato identico all'anno scorso, caldo bestiale, non si muoveva un filo d'aria nemmeno sopra.
Ho sofferto parecchio molto più degli altri anni, ma ho dato comunque tutto quello che potevo dare e mi sono divertito come sempre!
Non male la classifica, 13esimo, anche se con meno partecipanti degli altri anni.
Il primo ha sparato un crono 40 secchi, a 1sec dal recordo del percorso di Marco Degasperi.
Mentre la sempre più forte Anna Zilio ha stravinto in 51:40.
Oltre addirittura ai tempi di allenamento degli altri anni.
Il clima è stato identico all'anno scorso, caldo bestiale, non si muoveva un filo d'aria nemmeno sopra.
Ho sofferto parecchio molto più degli altri anni, ma ho dato comunque tutto quello che potevo dare e mi sono divertito come sempre!
Non male la classifica, 13esimo, anche se con meno partecipanti degli altri anni.
Il primo ha sparato un crono 40 secchi, a 1sec dal recordo del percorso di Marco Degasperi.
Mentre la sempre più forte Anna Zilio ha stravinto in 51:40.
domenica 21 agosto 2016
Un'annata un pò così, ma non manca la passione
Quest'anno sta andando un pò così come si suol dire.
Il lavoro non dà tregua causa una visita ispettiva in azienda di fondamentale importanza, a fine agosto! per la precisione il 29 agosto.
Per la corsa non è che cambi tanto, io corro comunque ogni giorno, non posso farne a meno.
Però la mancanza di pausa la si sente, eccome.
In questo ultimo mese sono comunque riuscito ad incastrare due prove sul percorso di una delle gare locali che più mi piace, la maistrack.
Una volta alla sera, una volta al mattina presto.
La prima con caldo bestiale alle 19:40, senza paletti.
Dopo un'anno di digiuno è stato come mangiare un delizioso gelato.
Amo la corsa in tutte le sue espressioni, ma quella verticale è quella che adoro in assoluto.
E' una cosa che si sente ma non si riesce a spiegare.
Quando percorro percorsi verticali, provo quello che potrebbe definirsi, senso di libertà???
Mancanza di fiato, guadagno di quota in breve tempo, allontanarsi dal rumore, sentire solo il proprio respiro e affanno, e niente altro, niente altro.
Elogio al silenzio e ascolto del proprio io, forse sono questi gli ingredienti che attirano sempre più verso il mondo del trail o della corsa in montagna.
In questo quotidiano affanno e smartellamento di info, i momenti di stacco spina diventano sempre più salvavita.
Ritornando ai test fatti, dal punto di vista crono, non sono stato molto soddisfatto, come lo ero invece l'anno scorso.
Chissà che sia un presagio di sensibile miglioramento il giorno gara, ma dubito.
Il primo test, come già detto, l'ho fatto senza l'uso di paletti.
Ho fatto molta fatica e i paletti mi mancavano molto, ma ero curioso di provare senza.
Ho iniziato ad usare le Saucony kinvara tr trail, acquistate tempo fa in occasione a 60 euro, era l'ora di provarle sul campo.
Le sensazioni sono state ottime da subito, come mi aspetttavo.
Leggerissime, le suole si adattano al terreno, il grip che riesce ad aggrapparsi su roccia e ancora meglio su terra.
Ho impiegato una settimana per riprendere coscienza delle gambe!!!!!
Dopo almeno 10gg, minimi necessari per recuperare, ho voluto provare un'altra ultima volta prima della gara, stavolta con paletti da 135 e per la discesa mi sono portato sullo zaino le adidas raven boost per la discesa.
Ho fatto molta meno fatica, molta molta meno, e ho avuto ottime sensazioni.
Controllando la VAM, notavo sempre di essere sopra i 1000, con punte di 1400, ma incredibilmente il crono ha decretato 10 sec in più rispetto la precedente prova.
Avrei pensato sicuramente 1-2 minuti in meno, vista la leggerezza provata, ma invece il garmin ha detto no, sei andato più lentoooooo!
Cambiate le scarpe, sono disceso con le raven, con le quali mi sembrava di volare, sopratutto nelle parti meno ripide, mentre nei tratti più ripidi la differenza non l'ho sentita molto.
Indiscutibile l'ammortizzazione delle raven e il minore impatto sulle articolazioni si è fatto sentire moltissimo.
Rispetto la prova precedente, ho guadagnato 2 minuti, anche qui pensavo molto di più.
Dall'ultimo incidente in discesa di fine anno, in cui mi sono fatto male le costole, e ne ho avute per mesi, non riesco più a lasciarmi andare più di tanto, anche se sarei sempre molto tentato.
A volte capita che il piede si incastri su una radice o su un sasso, e pensare che una caduta mi farebbe atterrare con la faccia o con le costole sulla roccia, mi fa rabbrividire.
La discesa è stata dunque divertente e controllata, 38 minuti.
Il tempo migliore l'ho fatto l'anno scorso con 33min.
Le gambe sono andate meglio, ma verso la fine ho accusato ancora fatica e insicurezza.
Sono terzo in classifica di quest'anno
Il lavoro non dà tregua causa una visita ispettiva in azienda di fondamentale importanza, a fine agosto! per la precisione il 29 agosto.
Per la corsa non è che cambi tanto, io corro comunque ogni giorno, non posso farne a meno.
Però la mancanza di pausa la si sente, eccome.
In questo ultimo mese sono comunque riuscito ad incastrare due prove sul percorso di una delle gare locali che più mi piace, la maistrack.
Una volta alla sera, una volta al mattina presto.
La prima con caldo bestiale alle 19:40, senza paletti.
Dopo un'anno di digiuno è stato come mangiare un delizioso gelato.
Amo la corsa in tutte le sue espressioni, ma quella verticale è quella che adoro in assoluto.
E' una cosa che si sente ma non si riesce a spiegare.
Quando percorro percorsi verticali, provo quello che potrebbe definirsi, senso di libertà???
Mancanza di fiato, guadagno di quota in breve tempo, allontanarsi dal rumore, sentire solo il proprio respiro e affanno, e niente altro, niente altro.
Elogio al silenzio e ascolto del proprio io, forse sono questi gli ingredienti che attirano sempre più verso il mondo del trail o della corsa in montagna.
In questo quotidiano affanno e smartellamento di info, i momenti di stacco spina diventano sempre più salvavita.
Ritornando ai test fatti, dal punto di vista crono, non sono stato molto soddisfatto, come lo ero invece l'anno scorso.
Chissà che sia un presagio di sensibile miglioramento il giorno gara, ma dubito.
Il primo test, come già detto, l'ho fatto senza l'uso di paletti.
Ho fatto molta fatica e i paletti mi mancavano molto, ma ero curioso di provare senza.
Ho iniziato ad usare le Saucony kinvara tr trail, acquistate tempo fa in occasione a 60 euro, era l'ora di provarle sul campo.
Le sensazioni sono state ottime da subito, come mi aspetttavo.
Leggerissime, le suole si adattano al terreno, il grip che riesce ad aggrapparsi su roccia e ancora meglio su terra.
I gommini neri che vedete, sono morbidi e sevono per tenere sulla roccia.
Flessibili a dire poco, direi in alcun modo rigide.
Le trovo fantastiche e ideali per i vertical.
Per la discesa chiaramente sono meno adatte, se si tratta di discesa tecnica e ripida come la maistrack, possono andare, se invece si deve fare discesa con poca pendenza, non conviene assolutamente utilizzarle, in quanto l'ammortizzazione è nulla.
I sassi si sentono ma anche qui non molto se la discesa è ripida.
Ricordando la Staro Campogrosso, rimpiango di non averla fatta con queste peppe, e aver optato per le Peregrine, sulle quali non avevo dubbi, dopo la prova calzata in negozio.
Ma a volte certe cose non si possono prevedere e saltano fuori senza che te l'aspetti.
Certo non aver provato la Peregrine prima della gara è stato una notevole leggerezza, mi servirà di lezione la prossima volta, della serie non si finisce mai di imparare.
La discesa della maistrack l'ho fatta con le Saucony, e non ho sofferto molto ai piedi, però le gambe non erano allenate per una simile discesa.
Volevo farla veloce per sfidare il segmento della Maistrack salita e discesa, ma per andare veloce in discesa, su questa discesa, è necessario avere allenamento, e serio!
A metà non sentivo più le gambe, e l'ultima parte, è stata una vera e proprio sofferenza, non sentivo più le gambe!
Oltre al fatto che era diventato buio, e ho sbagliato tracciato, ho chiuso in 1:33, molto sopra il mio potenziale.
Ho impiegato una settimana per riprendere coscienza delle gambe!!!!!
Dopo almeno 10gg, minimi necessari per recuperare, ho voluto provare un'altra ultima volta prima della gara, stavolta con paletti da 135 e per la discesa mi sono portato sullo zaino le adidas raven boost per la discesa.
Ho fatto molta meno fatica, molta molta meno, e ho avuto ottime sensazioni.
Controllando la VAM, notavo sempre di essere sopra i 1000, con punte di 1400, ma incredibilmente il crono ha decretato 10 sec in più rispetto la precedente prova.
Avrei pensato sicuramente 1-2 minuti in meno, vista la leggerezza provata, ma invece il garmin ha detto no, sei andato più lentoooooo!
Cambiate le scarpe, sono disceso con le raven, con le quali mi sembrava di volare, sopratutto nelle parti meno ripide, mentre nei tratti più ripidi la differenza non l'ho sentita molto.
Indiscutibile l'ammortizzazione delle raven e il minore impatto sulle articolazioni si è fatto sentire moltissimo.
Rispetto la prova precedente, ho guadagnato 2 minuti, anche qui pensavo molto di più.
Dall'ultimo incidente in discesa di fine anno, in cui mi sono fatto male le costole, e ne ho avute per mesi, non riesco più a lasciarmi andare più di tanto, anche se sarei sempre molto tentato.
A volte capita che il piede si incastri su una radice o su un sasso, e pensare che una caduta mi farebbe atterrare con la faccia o con le costole sulla roccia, mi fa rabbrividire.
La discesa è stata dunque divertente e controllata, 38 minuti.
Il tempo migliore l'ho fatto l'anno scorso con 33min.
Le gambe sono andate meglio, ma verso la fine ho accusato ancora fatica e insicurezza.
Sono terzo in classifica di quest'anno
potrei fare molto meglio, forse sotto l'1:20, ma arrivare ai tempi di Rigodanza e Munarini, non ci riuscirò mai, di sicuro.
Hanno delle molle nelle gambe questi personaggi!, oltre a qualche anno in meno, anche se non c'entra molto, questi hanno un motore di fondo diverso dal mio, talentuoso come si suol dire, mentre io ......me la cavo.
Sono sicuro che quest'anno non farò un tempone alla maistrack, ma di sicuro la passione e la voglia non mancano, per fortuna, come sempre.
L'impegno lo metterò tutto e massimo come sempre, e poi......ci vediamo alla maistrack, non mancate!!!!!
martedì 2 agosto 2016
Staro Campogrosso
Le previsioni erano per il brutto nel pomeriggio, invece man mano che mi avvicinavo a Staro, la stratificazione delle nuvole aumentava a vista d'occhio, fin ad arrivare ad un mega rovescio con lampi e tuoni a 10 min dalla partenza.
Avevo deciso di tornare a casa, perchè era impensabile partire con tale tempo.
Ma dopo qualche min magicamente è passato ed ho deciso di andare alla partenza per vedere cosa aveva deciso l'organizzazione.
Partenza ritardata di mezz'ora e dunque si fa!
Esce pure il sole e la temperatura ritorna mite.
In settimana il fattaccio che ogni tanto mi perseguita, dopo l'allenamento dimentico le scarpe, torno a lavoro, realizzo la dimenticanza, ritorno per recuperare le scarpe e ............sparite, dopo soli 20 min!
Incavolato nero comincio a chiedere alle famiglie che abitano prima e dopo, a qualche passante, nulla da fare.
La sera lascio un cartello, ma niente da fare.
La cosa mi fa veramente imbestialire, nel nord europa ci cono i mercatini vicino le fattorie, con i prezzi esposti, e senza sorveglianza, la gente prende e lascia il denaro dovuto.
In Italia invece allegria, appena si può si arraffa e ci si incu......a. che tristezza e amarezza ragazzi.
Di fatto rimango senza scarpe da trail.
Sabato vado da Puro Sport visto che ha le Raven scontate il 40%.
Mi viene però la tentazione di provare una scarpa che mi tentava da molto, la Saucony Peregrine 6.
Rimango per quasi 1 ora in negozio, provando alternativamente la Raven e la Peregrine.
Sono molto simili, ma trovo le Saucony più leggere e con qualche punto a favore, il grip eccezionale, l'intersuola in kevlar. Alla fine mi decido per le Saucony.
La mattina della gare parto convinto che farò bene, perchè le ultime prove avevano dato ottimi tempi, sopratutto sulle ripetute in salita, molto vicine ai miei personali.
I forti ci sono tutti, Poletto, Gaspari, Benincà, Grasselli, al femminile Zilio Anna, Caterina MariaSaccardo.
Primi soliti metri per il paese e poi vai di salita come piace a me.
Dopo il secondo k, comincio a sentire fastidio al calcagno di entrambe le scarpe, ma non mi preoccupo più di tanto.
La sensazione che ho con le scarpe non è male, ma non sento feeeling dome con le raven.
Le sento dure nel piegamento, il drop molto basso, mi costringe a lavorare molto di punta, e sento i polpacci molto duri.
Se appoggio di medio punta sento tirare troppo il tendine d'achille.
Arrivati a circa metà il dolore ai calcagni è divenuto talmente alto e insopportabile da non permettermi di correre.
La mia attenzione è rivolta tutta a questo dolore, ho paura di far danni seri, visto che io sono sempre stato delicato. Ma non me la sento di mollare, stringo i denti e continuo, ma a malincuore comincio ad essere superato da molti runners, mando giù il rospo e non ci faccio caso.
Per fortuna arriva la strada sommitale che porta al rif campogrosso, qua il dolore si attenua e parto con rabbia.
In questo tratto, fino all'arrivo, supero ben 6 concorrenti di gran passo, ma concludo con un deludente 56:35 in 29 posizione.
La rabbia è massima, il pensiero va alle scarpe "rubate" e quest'ultime che mi hanno "tradito".
La pubalgia non mi ha dato particolare fastidio, ma tra tutto doveva mettersi anche questa concatenazione di eventi.
Alla fine mando giù il rospo e ci metto una pietra sopra, amen.
Ora prenderò le raven senza dubbio.
Le Peregrine 6 sono usate da alcuni runners della mia squadra, i quali non hanno avuto dubbi nel consigliarmela. Evidentemente è il mio piede ad aver problemi ed essere estremamente delicato e non adatto a questo tipo di calzata, sopratutto su pendenze elevate.
Ora per chi fosse interessato le Peregrine 6 sono in vendita ad 80 euro! Sono perfette e ripulite, paragonabili al nuovo. Tg 44
domenica 17 luglio 2016
Poleo Santacaterina 2016......inattesa.
Ieri ho deciso all'ultimo momento di partecipare a questa irrinunciabile gara locale.
La 44esima edizione, sempre bella, con partecipazioni di atleti di alto livello sempre garantita.
Clima fresco e ideale da fare il personale!
Io ancora con il pube che lancia segnali di fastidio continui, non sapevo proprio cosa fare.
Ultimamente, dal trail della lepre rossa, non sono più riuscito a fare allenamenti impegnativi.
Appena aumentavo il ritmo, la cadenza o la falcata, il pube mi lanciava segnali di allarme.
Ho dunque dirottato su ripetute in salita, più tollerabili.
Fare una gara, quando le condizioni non sono buone, è sempre da evitare, infatti ho rinunciato a tutte perchè non mi sentivo nemmeno lontanamente di poter partecipare.
Sono competitivo di natura e amo l'agonismo, ma se avverto di non essere in condizione, ne sto alla larga senza problemi e faccio comunque le mie corse.
Più avanti vado con gli anni e più seguo il mio istinto, senza badare al comandamento pericolosissimo del ......devo partecipare.
Sono passati vent'anni ormai dall'inizio della gare e pur con risultati modesti, ne ho fatte talmente tante e spesso con l'imperativo del prenderne il più possibile.
Ora seguo l'istinto, e .......va bene così.
Ieri ho voluto rischiare, perchè ho comunque avvertito ultimamente dei tempi decenti sulle ripetute, che cominciano ad avvicinarsi a quelli dei tempi migliori.
Parto con il riscaldamento, scambiando chiacchere con l'amico Toldo, con cui condivido molto il modo di intendere la corsa e la vita in generale.
Saluti calorosi nel rivedere glorie della corsa in montagna, Savio Ennio, Masetto Stefano finalmente tornato a farsi vedere alle gare.
Con loro ho condiviso molti anni di gare ed è sempre emozionante ritrovarsi.
Durante il riscaldamento il pube si fa sentire, ma sempre durante il riscaldamento, dunque non ci faccio caso.
Mi impongo di partire piano per non farmi male, e poi vedrò cosa succede.
Pasqualotto Antonio, dopo qualche cilecca con la pistola, che fa crescere un pò la tensione, fa partire la 44esima edizione.
Parto cauto, e fortunatamente il pube dopo qualche k mi lascia in pace, sto correndo sciolto e bene, il ritmo del pb di due anni fa è di 4:48, per i primi 4k, ci sono incredibilmente dentro!!!!
Sento ottime sensazione, la spinta è buona e il movimento sciolto, sono testa a testa con Zamperetti e ci diamo continuamente battaglia.
Da una corsa di prova, il tutto si trasforma in una gara che mi porterà a 30 sec dal personale di 33:12 di due anni fa.
Il tracciato è bellissimo, con tratti raramente erti, mentre parecchi sono corribili a buon ritmo.
Il panorama sulla pianura è fenomenale, aria fresca anzi fredda e tersa, consente di andare al massimo sudando pochissimo.
Raramente abbiamo trovato climi così ideali.
Arrivo alla chiesa di Santacaterina dove ci aspetta anguria e stuzzichini di melone, come ogni anno.
Emozionante dopo qualche minuto ritrovarsi con Savio, Masetto, Grasselli, e scambiare momenti di allegria, se avessi avuto una fotocamera o un cellulare alla mano, che foto avrei fatto!
Il terzo tempo prevede come sempre, di rito, gargati con consiero e birra, per chi non sa cosa sia, leggetevi qualche ricetta sul web, vi assicuro che sono speciali.
Come ogni anno decido di tornare di corsa, appuntamento anche questo magico a cui non mi posso sottrarre, richiamo irresistibile.
L'anno scorso mi sono perso un podio di categoria, quest'anno ho scartato qualsiasi possibilità, visto il livello di partecipazione, dunque non ho atteso le 22:00 e sono partito.
La vista dell'albero di natale della pianura è unico, il vento, il buio, l'aria fredda accendono la magia dentro di me e me ne torno lentamente.
La 44esima edizione, sempre bella, con partecipazioni di atleti di alto livello sempre garantita.
Clima fresco e ideale da fare il personale!
Io ancora con il pube che lancia segnali di fastidio continui, non sapevo proprio cosa fare.
Ultimamente, dal trail della lepre rossa, non sono più riuscito a fare allenamenti impegnativi.
Appena aumentavo il ritmo, la cadenza o la falcata, il pube mi lanciava segnali di allarme.
Ho dunque dirottato su ripetute in salita, più tollerabili.
Fare una gara, quando le condizioni non sono buone, è sempre da evitare, infatti ho rinunciato a tutte perchè non mi sentivo nemmeno lontanamente di poter partecipare.
Sono competitivo di natura e amo l'agonismo, ma se avverto di non essere in condizione, ne sto alla larga senza problemi e faccio comunque le mie corse.
Più avanti vado con gli anni e più seguo il mio istinto, senza badare al comandamento pericolosissimo del ......devo partecipare.
Sono passati vent'anni ormai dall'inizio della gare e pur con risultati modesti, ne ho fatte talmente tante e spesso con l'imperativo del prenderne il più possibile.
Ora seguo l'istinto, e .......va bene così.
Ieri ho voluto rischiare, perchè ho comunque avvertito ultimamente dei tempi decenti sulle ripetute, che cominciano ad avvicinarsi a quelli dei tempi migliori.
Parto con il riscaldamento, scambiando chiacchere con l'amico Toldo, con cui condivido molto il modo di intendere la corsa e la vita in generale.
Saluti calorosi nel rivedere glorie della corsa in montagna, Savio Ennio, Masetto Stefano finalmente tornato a farsi vedere alle gare.
Con loro ho condiviso molti anni di gare ed è sempre emozionante ritrovarsi.
Durante il riscaldamento il pube si fa sentire, ma sempre durante il riscaldamento, dunque non ci faccio caso.
Mi impongo di partire piano per non farmi male, e poi vedrò cosa succede.
Pasqualotto Antonio, dopo qualche cilecca con la pistola, che fa crescere un pò la tensione, fa partire la 44esima edizione.
Parto cauto, e fortunatamente il pube dopo qualche k mi lascia in pace, sto correndo sciolto e bene, il ritmo del pb di due anni fa è di 4:48, per i primi 4k, ci sono incredibilmente dentro!!!!
Sento ottime sensazione, la spinta è buona e il movimento sciolto, sono testa a testa con Zamperetti e ci diamo continuamente battaglia.
Da una corsa di prova, il tutto si trasforma in una gara che mi porterà a 30 sec dal personale di 33:12 di due anni fa.
Il tracciato è bellissimo, con tratti raramente erti, mentre parecchi sono corribili a buon ritmo.
Il panorama sulla pianura è fenomenale, aria fresca anzi fredda e tersa, consente di andare al massimo sudando pochissimo.
Raramente abbiamo trovato climi così ideali.
Arrivo alla chiesa di Santacaterina dove ci aspetta anguria e stuzzichini di melone, come ogni anno.
Emozionante dopo qualche minuto ritrovarsi con Savio, Masetto, Grasselli, e scambiare momenti di allegria, se avessi avuto una fotocamera o un cellulare alla mano, che foto avrei fatto!
Il terzo tempo prevede come sempre, di rito, gargati con consiero e birra, per chi non sa cosa sia, leggetevi qualche ricetta sul web, vi assicuro che sono speciali.
Come ogni anno decido di tornare di corsa, appuntamento anche questo magico a cui non mi posso sottrarre, richiamo irresistibile.
L'anno scorso mi sono perso un podio di categoria, quest'anno ho scartato qualsiasi possibilità, visto il livello di partecipazione, dunque non ho atteso le 22:00 e sono partito.
La vista dell'albero di natale della pianura è unico, il vento, il buio, l'aria fredda accendono la magia dentro di me e me ne torno lentamente.
Sono attratto da queste situazioni e le cercherei di continuo!
La cosa poi si chiude piacevolmente a casa, quando un compagno di squadra mi comunica che sono arrivato anche quest'anno a podio, terzo di categoria!!! e posso passare in negozio a ritirare il pacco gara.
La fortuna vuole che i forti della mia classe vadano in podio negli assoluti, facendo posto alle ruote di scorta come me.
In ogni caso ben venga!
Ben lontano dall'immaginare una cosa simile, il tutto mi da una carica notevole, visto la condizione di forma degli ultimi mesi.
3 mesi di integrazione costante di ferro e ultimamente di magnesio e potassio, hanno ribaltato la situazione, riportandomi quasi nella condizione ottimale.
Ora attendo che il problema al pube se ne vada lentamente! i segnali sono positivi ogni giorno che passa, speriamo non ci siano ritorni inattesi, visto che ne ho sentito di cotte di crude su questa patologia.
E per finire la vittoria è andata ancora al fortissimo Diego Gaspari, a 1 minuto del record del percorso, stabilito negli anni 70!!!! con scarpe che a quei tempi erano "tole".
Al femminile Anna Zilio, indiscutibile, ottima anche Kristel Mottin, sempre in crescita e con continui ottimi risultati, sopratutto sulle lunghe distanze.
La classifica
martedì 28 giugno 2016
Limite fisiologico delle Energy Boost 2.0
Un anno e sei mesi, 1350k di cui 100 in sterrato e 30-40 in mezzo a boschi selvaggi con terreno molto sconnesso.
Tempo fa ho fatto un post, calzando le energy a 100k di un collega di lavoro.
Le ho trovate quasi identiche nell'ammortizzazione, ma abbastanza diverse nell'appoggio, in quanto la suola delle mie era evidentemente più consumata.
Ora sono proprio arrivato alla frutta, guardate le foto seguenti
Tempo fa ho fatto un post, calzando le energy a 100k di un collega di lavoro.
Le ho trovate quasi identiche nell'ammortizzazione, ma abbastanza diverse nell'appoggio, in quanto la suola delle mie era evidentemente più consumata.
Ora sono proprio arrivato alla frutta, guardate le foto seguenti
la suola è arrivata ad essere fina come un foglio ed è crepata.
Il boost in mezzo al tallone si è aperto e i sassolini si stanno incastrando in mezzo.
Insomma è arrivato il momento della sostituzione, perchè continuare ad usarle vorrebbe dire poi buttarle, mentre possono andare ancora bene per il semplice cammino.
La tomaia è ancora perfetta, alcuna scucitura, perforazioni o altro, posso dire che è pari a come era da nuova.
Rispetto alla suola continental della boston boost, è evidente la maggiore usura della suola adiwear delle energy.
Le boston boost sono a 400k ma l'usura è minima.
La scarpa sostitutiva non sarà ancora la energy.
Avendo modo di provare la sequence boost 8, su un piede questa e sull'altra una energy, mi sono subito accorto dell'enorme differenza.
Le energy sono morbidissime, ma non danno sostegno al piede, la sensazione è che vada dove vuole.
Le solette noene AC2 aiutano molto, ma le sequence boost senza la soletta noene addirittura, sostengono a dovere il piede e il metatarso, in modo molto molto più evidente.
Le sequence sono infatti dichiarate stabili, e non posso che confermare!!!.
Notare il supporto alla parte mediale della pianta del piede, appena fatti alcuni passi do corsa l'ho avvertito subito! mi ricorda un pò le mizuno, solo che queste erano troppo dure per i miei piedi.
La chicca del boost è la sua impagabile morbidezza, che per la delicatezza della mia fascia plantare è un sogno
Le sequence pesucchiano, 350gr per la tg 44 non sono pochi, ma se devo pensare ad una corsa protetta, a sostegno dell'articolazione, che deve sempre fare i conti con il problema pronazione e dello sfondamento del metatarso, queste sono le scarpe adatte, o che almeno reputo più adatte.
Attendiamo i saldi!!
domenica 19 giugno 2016
Trail della Lepre Rossa
Gran bella gara, a rischio grandine.
Alla fine acqua non ne abbiamo presa tantissima, ma abbiamo corso 90% sulle sabbie mobili.
Voler evitare la pozzanghera era da ridere, visto che abbiamo affrontato veri e propri torrenti d'acqua.
Sono contento perchè finalmente sto cominciando a sentirmi bene come una volta.
Grazie alla cura di ferro, sembra incredibile, ma i ritmi stanno tornando quelli di una volta.
In queste settimane, provando i soliti tracciati, ho rilevato di non essere così distante dai tempi migliori.
Infatti le lepre rossa è andata bene tutto sommato, considerando il fango, che in parecchi punti ci ha costretto a camminare.
Nel primo tratto ho inoltre sbagliato percorso per 50 mt, costringendomi a perdere 3 pos, ma la cosa che mi ha deluso è che quelli dietro di me non hanno fatto alcun cenno, e mi hanno lasciato andare, non certo un segno di sportività!!
Dalla sherpa vertical ho accusato un costante problema al pube.
Non mi ha mai abbandonato anche calando l'intensità degli allenamenti.
Questo ieri mi ha costretto a rallentare in discesa, fino a farmi quasi decidere lo stop causa il dolore.
Purtroppo questo è il prezzo che si paga quando si vuole spingere troppo.
Ora devo stare attento a non fregarmi, perchè la pubalgia trascurata non perdona.
Un pò alla volta aggiungerò corpo al racconto, notte raga.
sabato 11 giugno 2016
Scott running day-la corsa
Bella serata con mario poletti, negozio purosport and friends.
Iniziata corricchiando e ciaccolando con il Rigodanza and friends, terminata in solitaria con una prova del percorso della futura Cronoscalata dei gerolimini.
Rigo se le presa con comoda, visto che il giorno dopo aveva i suoi 60k da affrontare alla Durona Trail.
Alla fine ho provato in ritmo vicino a quello gara ed ho avuto buone sensazioni.
Le gambe hanno risposta bene, anche con ritmi elevati.
Discesa con faretto al buio molto suggestiva, anche se correre su terreno molto sconnesso e tecnico, correre alla luce di un faretto, benchè potente, è molto fastidioso e la sensazione di poter girarsi la caviglia è molto vivo!!!
Inoltre gli appoggi sul terreno e la postura del corpo, non son ideali, causa la mancanza di riferimenti, ciò provoca molti più microtraumi a livello schiena e bacino, lo realizzo oggi dopo qualche giorno.
Sono arrivato alla fine molto stanco e provato, ma sopratutto con molti fastidi alla schiena, fastidi che non avvertivo da anni.
Infine confermo che le scarpe non sono adatte al mio piede, ciò chiaramente non vuol dire nulla, perchè ognuno ha le sue.
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